sabato 29 agosto 2009

venerdì 28 agosto 2009

L' organico inorganico

L’unità d’insieme è una delle caratteristiche fondamentali di una composizione musiva. A garantire questa unità ci sono una serie di regole che sono state codificate in una specie di grammatica formale condizionata da diversi parametri come andamenti, colore, dimensione di tessere e interstizi.

La consapevolezza di queste regole è un punto di partenza fondamentale per un lavoro di sperimentazione che cerca di stravolgere gli aspetti formali di una composizione musiva nel tentativo di trovare nuove relazioni tra luce e materia.

In questa direzione ci fa strada la poesia compositiva degli antichi mosaicisti bizantini ma, superare i canoni nel nostro lavoro significa sfondare la superficie “piatta” della tecnica musiva per ottenere una certa plasticità e volume: questa esigenza nasce dalla curiosità di avvicinarsi più alle forme della natura (alle strutture organiche) che alle forme del passato (mosaico tradizionale).

Gli elementi a cui facciamo riferimento nell’esecuzione sono moltitudini ferme o in movimento (masse, flussi migratori, cortei, agglomerati urbani, colonie biologiche) in cui la singola unità non si fonde con una superficie “piatta” ma diventa presente attraverso un’azione di contrasto con le altre unità dell’insieme.

Le tessere si inclinano come elementi vegetali mossi dal vento o dalla ricerca della luce.

La rappresentazione della luce e dello spazio può essere realizzata indipendentemente dall’uso del colore: il contrasto tra i diversi angoli di inclinazione delle tessere da luogo a delle vere proprie sfumature luminose. Il rapporto tra infinitamente piccolo e infinitamente numeroso è fondamentale per l’aspetto vibrante come respiro della superficie e come sollievo per l’occhio.

Movimento n.7

Movimento n.7,
dittico 40x50 cm a pannello, pasta vitrea con foglia d’oro su malta nera, 2008